Doveva essere una festa di saluto per capitan Chiellini, si è trasformata in una notte londinese da incubo. Non è la prima volta per Re Giorgio, era già andata male in finale di Coppa Italia contro l’Inter e a Torino contro la Lazio, quando i biancocelesti festeggiarono il punto Europa League. A questo giro però è pure peggio: insieme a Bonucci, il capitano della Juventus si sognerà anche di notte Lautaro Martinez, autore di una partita strepitosa. Chirurgo di professione nello sfruttare l’assist di Messi nel mezzo alla difesa italiana, delicato nel fornire la palla dello 0-2 a Di Maria. Forse fin troppo facile per l’Argentina, persino Dybala, entrato al 90esimo, ha segnato tre minuti più tardi il gol del definitivo knock out. Non c’è riuscito Messi, fermato in almeno un paio di circostanze da Donnarumma, migliore in campo per l’Italia.
Gli azzurri hanno ormai staccato la spina. Totalmente fuori partita, bastava osservare gli sguardi dei diretti interessati. Come se quello che è successo un anno fa fosse stato un puro caso astrale. Anche Roberto Mancini questa sera ha le sue colpe: nel primo tempo, l’Italia ha retto per un terzo di gioco, ma nella ripresa l’idea di togliere Chiellini per improvvisare una difesa a tre con Emerson, Bonucci e Di Lorenzo è da matita blu. L’Argentina ha fatto ciò che ha voluto, il pubblico si è scaldato con gli “olè” e l’umiliazione è stata servita su un piatto di argento.
Di solito in circostanze come queste il dibattito è legato alla personalità, nonché alla crescita dei giovani, totalmente surclassati dalla retroguardia di Scaloni (vedi Scamacca e Raspadori). L’amara sentenza di un’Italia smarrita in una selva infinita, con la gomitata di Bonucci su Messi (da rosso) che rappresenta un nervosismo incontenibile. Ma ora la palla passa agli utenti di radio675: il ciclo degli azzurri è ufficialmente finito o non è mai cominciato?