Eriksen e Lukaku stendono il Milan: Ibra acquisti l’umiltà

Una notte turbolenta agita gli animi e percuote gli oppressi. E’ la notte di Romelu Lukaku e di Christian Eriksen, vestiti da supereroi ultraterreni e capaci di regalare all’Inter l’accesso alle semifinali di Coppa Italia, nell’attesa della vincente tra Juventus e Spal. Prestazione perfetta quella fornita dagli uomini di Conte, poggiata sul bel gioco e su ancora troppi errori nella fase realizzativa, unica vera pecca di questo periodo della stagione. Alla fine però due episodi hanno condizionato il match: il rigore al brivido di Lukaku e la punizione stellare di Eriksen, la fotocopia di un famoso Norwich-Tottenham. Nel bel mezzo della partita la tensione ha raggiunto picchi che non si vedevano da un bel po’ di tempo. Con un paradosso: anche l’arbitro Valeri si è dovuto arrendere ad un affaticamento muscolare per far posto al giovane Chiffi. Insomma, un derby che passerà alla storia e che si tinge di nerazzurro, facendo affondare un Milan che fino alla parità numerica ha tenuto lo scudo sul suo corpo per difendersi dalle frecce lanciate da Conte.

INIZIO MILAN:- I primi minuti di gioco hanno visto un Milan decisamente arrembante. Solito modulo offensivo per Pioli, il quale dietro ad Ibrahimovic ha insistito sul terzetto composto da Leao, Brahim Diaz e Saelemaekers. Scelte azzeccate perché i rossoneri hanno messo in difficoltà i tre difensori dell’Inter, soprattutto Kolarov, uscito timido in occasione del gol subito. Che ha portato il tocco magico di Ibrahimovic, con un piazzato all’angolino destro imparabile per Handanovic. I nerazzurri hanno provato a reagire, pagando però la poca precisione in fase realizzativa. Poi, l’episodio chiave della partita.

IBRA-LUKAKU:- Una scena pessima per tutto il calcio italiano. Sul finire del primo tempo Romelu Lukaku, colpito dall’ennesimo fallo ingenuo di Romagnoli, ha reagito sul capitano del Milan con un gesto di stizza, provocando accese ribellioni da parte di tutti i ventidue protagonisti in campo. Si è però scontrato con Ibrahimovic, il quale da pessimo oratore ha recitato nei confronti del belga testuali parole: “vai a fare i tuoi riti vodooo di m… da un’altra parte piccolo asino”. Una scena priva di morale etica che ha acceso una rissa degna del Far West e che si è conclusa con un cartellino giallo per parte (entrambi erano diffidati). Per fortuna della partita la tranquillità è ritornata nel secondo tempo, ma il “bagno di umiltà” che è stato scagliato attorno a Ibra è un qualcosa che difficilmente si può vedere. Già ammonito, nella ripresa lo svedese ha atterrato da dietro Kolarov ed è stato espulso. Oltre il danno anche la giusta beffa: il rigore che ha permesso all’Inter di pareggiare la partita è stato segnato proprio da Lukaku, il quale si è potuto riprendere psicologicamente dopo le tensioni nell’intervallo. Il secondo tempo infatti è stato tutto a tinte nerazzurre.

CONTE CAMBIA MODULO:- In diversi lo hanno notato, a questa Inter è mancato durante tutta la stagione un cambio di modulo per svoltare a gara in corso. Antonio Conte lo ha capito e se i nerazzurri hanno ingranato la marcia successiva parte del merito è anche suo. Dopo pochi minuti dall’espulsione di Ibrahimovic, il tecnico interista è passato ad un 4-3-1-2, facendo entrare Lautaro al posto di Perisic (pessimo) e spostando Sanchez in posizione di trequartista. Scelta azzeccata, con i suoi ragazzi che hanno creato tante occasioni (salvate da Tatarusanu) e non hanno concesso neanche un centimetro di campo al Milan. Il cambio Brozovic- Eriksen ha fatto il resto.

ERISKEN E’ TORNATO:- Mancava la sua firma, eppure quando Lautaro Martinez si è guadagnato quella punizione preziosa dal limite dell’area il gol del danese era scritto sulle mura di San Siro. Così infatti è stato, e questa volta la posta in palio era altissima. Uscire dalla Coppa Italia sarebbe stato l’ennesimo fallimento in una stagione turbolenta. Che però non si è verificato, anche se con ogni probabilità il pass per la finale l’Inter se lo giocherà con la Juventus. Eriksen non ci pensa, ha ritrovato il suo vero ruolo, quello davanti alla difesa per far rifiatare un po’ Brozovic. Conte può iniziare a goderselo, sognando l’inizio di un’altra era. La notte turbolenta del Meazza ha regalato emozioni, umiltà e coraggio. Con il Milan condannato da Ibra e con l’Inter che per la seconda stagione consecutiva proverà a sfatare il tabù delle semifinali di Coppa Italia.