Fiorentina corsara a Bergamo: Gasp, sarà un anno di sofferenza

Quando si affrontano Atalanta e Fiorentina il canovaccio è chiaro: battaglia, contrasti, nervosismo e imprevedibilità. E’ la storia di un uomo, Gian Piero Gasperini, bersagliato continuamente dai tifosi viola per alcune sue esternazioni poco idilliache nei confronti del club toscano. Anche questa sera la bolgia diabolica (seppure a Bergamo) è andata in scena, premiando proprio la Fiorentina, o meglio, la nuova Fiorentina di Italiano, già a quota 6 pt in classifica e piena di entusiasmo. Decisiva la doppietta su rigore di Dusan Vlahovic, ma soprattutto il lavoro sporco e di squadra che i Viola hanno imbastito per quasi tutto l’arco della partita. L’Atalanta ne è uscita con le ossa rotte, dopo il pareggio casalingo ottenuto prima della sosta contro il Bologna. Anche il nervosismo di Gasperini, inspiegabile dopo il primo penalty assegnato, evidenzia alcuni scricchiolii interni che a lungo andare potranno turbare non poco l’ambiente: se la Dea è questa, la sofferenza è assicurata, soprattutto in Champions. Onori invece per Vincenzo Italiano e per l’intera Fiorentina, che non si è lasciata intimorire neanche dopo il rigore di Zapata, complice qualche straordinario salvataggio da parte di Teracciano.

INIZIO INCERTO:- I primi minuti di gioco non sono stati affatto semplici. L’Atalanta ha cominciato ad ingranare dando quasi la sensazione di essere tornata quella dello scorso anno. Gasperini infatti ha approcciato la sfida all’insegna dell’imprevedibilità: Pasalic, Miranchuck e Zapata si scambiavano a turno la posizione, costringendo la difesa della Fiorentina a compiere scalate inopportune che rischiavano di lasciare spazi pericolissimi soprattutto per le corse di Maehle e Zappacosta. Poi, con il passare dei minuti Italiano ha trovato il giusto quadrante, fortunato nella sfortuna. Sì, perchè con l’infortunio di Venuti al 25′ ha fatto il suo debutto in Serie A niente di meno che Odriozola, uno dei migliori in campo per l’atteggiamento mostrato sin dai primi contrasti di gioco. Nel frattempo all’Atalanta era già stato annullato dal Var il gol del vantaggio (segnato da Djimsiti) per un netto fuorigioco di Duvan Zapata. Il nervosismo cominciava a salire.

IL RIGORE “DUBBIO”:- Nervosismo che sale quando al 31′ il difensore atalantino Joakim Maehle colpisce la palla con il braccio largo dopo un cross molto forte di Vlahovic e una deviazione decisiva di Sportiello. Controllo Var e rigore per la Viola, con Gasperini infuriato assieme al suo team manager il quale, forse per creare un po’ di scena, ha pensato bene di rivedere l’episodio direttamente dal suo smartphone. Zero dubbi, il rigore è sacrosanto e Vlahovic, spiazzando Sportiello, porta avanti la Fiorentina. 0-1 a fine prime tempo.

DA BONAVENTURA A TERRACCIANO:- C’è ancora da combattere. Bergamo non perdona, l’Atalanta insorge e lo fa con tutte le sue forze. Il secondo tempo infatti recita il nome di due grandi protagonisti: Bonaventura e Terracciano. Se la Dea ha cominciato a spingere per cercare di rimettere a posto le cose, dopo tre minuti dall’inizio della ripresa il furbo Jack ha compiuto la sua classica “zingarata” nei meandri dell’area di rigore ed è stato atterrato dal disattento Djimsiti: controllo Var e secondo rigore della serata. Dusan Vlahovic si presenta nuovamente dal dischetto e con un sinistro preciso e fulminante batte un incolpevole Sportiello esattamente come nel primo tempo. Da quel momento la partita è cambiata, con Gasperini che ha ordinato ai suoi di gettare il cuore oltre l’ostacolo, andando ad attaccare l’area di rigore con tanti uomini e cercando di creare almeno qualche grattacapo dalle parti di Terracciano. Già, proprio Terracciano. Confermato nuovamente tra i pali dallo stesso Italiano, il portiere di San Felice a Cancello si è reso protagonista di almeno tre miracoli decisivi per le sorti del match. Il primo, quello più accattivante e difficile, su Zapata che si era ritrovato da solo davanti alla porta, mentre gli altri due su deviazione di Odriozola e su colpo di testa di Palomino durante lo sviluppo di una palla inattiva. Si è dovuto arrendere soltanto sul rigore millimetrico dello stesso Zapata, anche questo rivisto al Var ed evidente visto il pestone di Callejon sul piede di Gosens.

L’ASSEDIO DELLA DISPERAZIONE: Chiamatelo assedio o passaggio dell’Ave Maria. Poco importa, perché se la Fiorentina si è chiusa nello scudo e ha respinto gli attacchi nemici, in casa Atalanta è evidente che qualcosa non torna. Sapevamo anche noi esperti del settore che ripetere un anno come quello passato sarebbe stato difficile se non impossibile, ma ciò che preoccupa della Dea è la scarsa precisione sotto porta, così come l’incapacità di gestire i momenti durante la partita. L’assedio finale mette in scena proprio quello che ha insegnato questo anticipo: con la frenesia non si vincono le partite. E ora è inutile attaccare l’arbitraggio (parole di Marino). Se l’Atalanta vuole diventare una big deve imparare a mantenere la lucidità anche quando il pelago diventa tempesta. L’anno di sofferenza è ormai iniziato.

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