Flop Atletico, 2-2 con l’Almeria: decisivo un milanista…

Momento no per l’Atletico Madrid. La banda del Cholo, reduce dal k.o di San Siro, inciampa anche contro la piccola Almeria, ormeggiata all’ultimo posto in classifica con soli 9 punti e ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale in Liga. I colchoneros sono apparsi stanchi, quasi sfibrati, nonostante le pesanti assenze di Griezmann (distorsione alla caviglia) e Gimenez, usciti malconci dalla sfida contro l’Inter in Champions League. Se la serata sembrava promettere scintille visto il vantaggio segnato da Correa dopo appena 2 minuti di gioco, gli uomini di Simeone si sono fatti rimontare per ben due volte, segnale di una fragilità difensiva che in questo periodo preoccupa e non poco il Cholo; le numerose incertezze di Reinildo e di Gabriel Paulista ne sono la dimostrazione, così come la poca protezione offerta dagli esterni a tutta fascia nei momenti più confusi della partita. Come se non bastasse, a questo giro ha deluso pure Oblak: nonostante la stagione fin qui positiva, il portierone sloveno si è fatto beffare sul gol del pari dallo strano rimbalzo del pallone, per poi restare di sasso di fronte alla conclusione potente di Romero nella ripresa.

Già, Romero. Autore di una splendida doppietta. Curioso che quel Romero che oggi vestiva la maglia dell’Almeria facendo cantare di gioia i tifosi dello Juegos Mediterraneos altro non sia se non quel ragazzo acquistato dal Milan e mandato via in prestito proprio agli spagnoli; il vero mattatore della serata, lottatore accanito su ogni pallone, simbolo assoluto di qualità e di sana cattiveria agonistica. Se l’Atletico Madrid è andato in confusione, la colpa (o il merito) è proprio dell’argentino, che ha realizzato due gol stratosferici regalando alla sua gente un punto che ai fini della classifica varrà pochissimo, per il morale invece tantissimo. E chissà che cosa penserà il povero Simeone, trafitto da un argentino, milanista, a quattro giorni da un ko rimediato contro la “sua” Inter, per di più nel “suo” San Siro.

Matteo Salvetti

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