A Milano credevano davvero in un biscotto, ma le grandi squadre non arrestano la loro voglia di vittoria neanche di fronte alla paura di perdere. Il Real Madrid di Zidane che fino a qualche giorno fa sembrava sull’orlo di una crisi di nervi si è rialzato con convinzione, ha ripreso a giocare e ha tirato fuori il suo istinto predatorio. Un secco 2 a 0 nel derby cittadino con la capolista Atletico, letteralmente schiacciata dalla forza delle merengues e avanti di soli tre punti, seppur con una partita in meno. Decisive le reti di Casemiro (su calcio d’angolo) e di Carvajal, letali come una macchina da guerra, in una serata che farà alzare trionfante la bandiera bianca sul piccolo stadio dedicato ad Alfredo di Stefano.
E’ TORNATO ZIZOU:– In realtà non è mai andato via, però il Real Madrid visto fino a qualche settimana fa era troppo brutto da essere vero. Spento, macchinoso e autolesionista, animato ancora di più dalla stampa spagnola che chiedeva fortemente l’esonero di Zidane. Il tecnico francese, però, ha zittito nuovamente tutti i critici, ricostruendo la sua squadra dalle fondamenta, quelle che di fatto lo hanno portato a sconfiggere l’Atletico. Nessuno si sarebbe mai immaginato un assedio del genere, eppure sin dai primi minuti il Real Madrid ha affidato le chiavi della manovra al duo Modric e Kroos, portatori sani di qualità e quantità. Proprio il tedesco è stato colui che ha fornito l’assist perfetto per la testa di Casemiro, il quale ha dominato su un assonnato Hermoso e ha portato in vantaggio i suoi. Il secondo leader ritrovato da Zidane (se mai fosse stato disperso) è l’immortale Benzema, decisivo in Champions e pure in questo derby, l’ennesimo della sua carriera. Pur non essendo riuscito a segnare, il francese ha aiutato la squadra in ogni momento, colpendo addirittura il palo nei primi minuti di gioco, complice una deviazione decisiva di Oblak. Ultima ma non ultima, la saetta spagnola, Daniel Carvajal: da leader silenzioso, il suo apporto si vede eccome in questo Real, soprattutto nei momenti delicati in cui vincere diventa davvero l’unica strada percorribile. Rimarrà da ammirare per lunghissimo tempo il missile indirizzato verso la porta che ha regalato ai suoi compagni il gol del raddoppio. Qualità e quantità, il Madrid di Zidane è tornato seguendo ancora una volta l’idea di calcio del suo allenatore.
LA RIVOLUZIONE DI SIMEONE:- Chiamarlo “rivoluzionario” è un atto di onore e non certo una cattiveria. Però quando la rivoluzione cade nell’azzardo il nocciolo della questione cambia: dal suo fedelissimo 4-4-2 il Cholo Simeone ha optato in questa stagione per un cambio sostanziale, addirittura alternando la difesa a 3 a quella a 5. Scelte rischiose che però lo hanno portato a guidare momentaneamente la classifica. Ebbene, nel derby cittadino questa nuova disposizione non ha pagato: i primi minuti di gioco hanno visto i colchoneros in netta confusione, mai in grado di rubare la palla e annebbiati dalla tecnica di Kroos (lasciato solo ad impostare) e di Modric. Neanche un’occasione da gol fino alla ripresa quando il Cholo ha provato a dare una sveglia ai suoi mettendo in campo Correa e Lemar, colpevole di aver fallito il pari davanti alla porta. Simeone ce l’ha messa tutta per recuperare la partita, ma il Real Madrid non si è spostato di un centimetro e ha raddoppiato, assegnando il colpo di grazia all’Atleti. In tutto il trambusto c’è stato tempo anche per qualche malumore: sia Joao Felix che Suarez non hanno preso bene la sostituzione. Il primo ha sferrato calci e pugni ai seggiolini dello stadio, mentre il secondo ha mostrato un riso maligno, quasi incredulo.
IL REAL ATTACCA LA LIGA:- A Madrid il motto è chiaro: i derby non si giocano, si vincono. E’ così e lo sarà sempre, tra una storia che brilla di successi e un futuro che deve continuare a far sorridere. Per il momento la missione è stata compiuta, ma in questi casi il destino vuole che i blancos continueranno la scalata e arriveranno alla fine della stagione ad alzare l’ennesimo scudetto. Questo il volere di Zidane, il quale ha avuto il merito di aver fatto rinascere la sua squadra proprio nel momento in cui tutto sembrava finire. Sergio Ramos è tornato al centro della difesa; Varane si è ripreso; Kroos e Modric hanno ricominciato a girare; Benzema è tornato ad essere decisivo. Che cosa si può chiedere di più ai blancos? Semplice, lo scudetto. Che arriverà, perchè le “rivoluzioni” azzardate come quelle di Simeone spesso vengono soffocate dalla semplicità più assoluta. In questo caso, quella del calcio.