Il rispetto del Bayern elimina il Barca: ora il fallimento è totale…

Una disfatta che entrerà nel libro degli incubi. Surclassato sotto tutti i punti di vista, il peggior Barcellona della storia lascia la Champions ai gironi (non accadeva da 21 anni), se ne va in Europa League e decreta ufficialmente il suo fallimento totale. Lo fa avendo segnato solo 2 gol all’attivo e chiudendo il girone a quota 7 punti, con una difesa provinciale e un gioco latente, noioso e fine a se stesso: nel frattempo festeggia il Benfica di Jorge Jesus, che si è sbarazzato senza alcun problema della Dinamo Kiev e che ha superato proprio i catalani per accedere agli ottavi di Champions. Sorride pure il Bayern Monaco, perché dopo la pagliacciata del Pallone d’Oro la vendetta è compiuta. Non ha segnato Lewandoski, ma il secco e sonoro 3-0 rifilato all’ex squadra di Messi gli ha comunque permesso di dare risposte positive sul campo.

TUTTI TITOLARI:- Sotto la neve pittorica di un’Allianz Arena deserta per via della crescita esponenziale dei contagi da Covid, i bavaresi meritano un plauso per aver onorato la partita seguendo la teoria del rispetto per l’avversario: nessun turnover come era facilmente ipotizzabile, tutti i titolari in campo. Nagelsmann non si è fatto problemi, dentro i vari Pavard, Sule, Muller, Sane e, naturalemente, Lewandowski. Avevano un solo obiettivo: vincere. Lo hanno fatto nella maniera migliore, con un gioco affascinante, una tenuta difensiva quasi perfetta e tanta, forse fin troppa, qualità. Il Barcellona di Xavi pensava con il fraseggio di poter allentare i ritmi della gara, e in effetti non aveva approcciato male la sfida, almeno sotto l’aspetto dell’intensità. Peccato però che di tiri in porta ne sono arrivati soltanto due, neutralizzati entrambi da Neuer. E’ stato un monologo del Bayern Monaco, con il portierone tedesco che nel secondo tempo, quando la sua squadra attaccava come se non ci fosse un domani, disturbava il raccattapalle per effettuare qualche palleggio con i piedi ed evitare il gelicidio sotto la neve. Un segnale evidente della sofferenza da parte del Barca nel cercare di gestire al meglio la partita: panico totale soprattutto per il povero Piquè, arginato come un birillo da Coman e da tutto l’attacco del Bayern. Il gol del vantaggio, segnato da Thomas Muller, ha inaugurato la serata da incubo per i catalani. Movimento perfetto in area di rigore di Lewandowski e stacco vincente di testa da parte del suo compagno, niente da fare per il povero Araujo che ha provato in estremis ad evitare che la palla superasse la linea.

ORRORE TER STEGEN:- Se sul gol del vantaggio poteva fare ben poco, il raddoppio di Sanè recita una grandissima responsabilità da parte di Ter Stegen, che perde di gran lunga la sfida tutta tedesca con Manuel Neuer. Intervento goffo, al limite del grottesco, segnale evidente di un portiere in calo da ormai troppo tempo. E’ vero che il tiro era molto potente, ma arrivava da lontano e poteva essere neutralizzato senza troppi problemi. Così facendo invece, il Bayern Monaco ha chiuso la pratica perché nel secondo tempo si è divertito, ha calato il tris al 62′ con Musiala e si è potuto permettere persino un pizzico di turnover. Ter Stegen, molto nervoso, suggeriva ai suoi di tenere la linea difensiva alta in fase di possesso palla, ma come faceva il Barca se Busquets, Gavi e De Jong arrivano sempre con un tempo di ritardo sui vari Tolisso e Musiala?

SI SCIOGLIE IL BARCA:- Addio, Champions. Già sul 2-0, prima ancora del definitivo ko, il Barcellona aveva mollato ogni centimetro. Xavi provava in tutti i modi a cercare di dare la sveglia ai suoi, ma se Piquè va in difficoltà, Dest viene bloccato da Davies e Depay annullato dalla difesa bavarese diventa difficile fare risultato in un campo ostile come quello dell’Allianz Arena, dove tra l’altro il Barca non ha mai vinto. Si sciolgono dunque i catalani, e la firma di Musiala è solo l’ultima delle pessime figure degli ultimi mesi (pensiamo al tracollo contro il Benfica). Adesso il fallimento è totale. Arriveranno ondate di polemiche e reciteranno sempre il nome di Messi, il suo addio turbolento, le scelte confusionarie di una società in subbuglio e i malumori della piazza che si estenderanno come una macchia d’olio sul tavolo della cucina. Saranno tempi bui. Ma se i marziani se ne ritornano sulla Terra, i bavaresi si guadagnano la stima di tutti gli altri. Non hanno sottovalutato niente e nessuno, e questo è un vero e proprio atto di onore.

Lascia un commento