Se lo sportivo fa la playlist: Matteo Salvetti

Il saggio Platone dall’alto della sua esperienza riteneva che la musica è per l’anima quello che la ginnastica è per il corpo. Aveva indirizzato il mirino sul giusto obiettivo, perché è proprio così. La musica è arte, gioia, adrenalina e malinconia allo stato puro. E allora noi che veniamo dal mondo dello sport non possiamo non soffermarci un solo secondo sulle canzoni da favola, piene di ricordi e di tempi andati (forse) per sempre. Sapete allora che faccio? Sto al gioco anche io, consegnandovi la mia playlist musicale. Con un solo appunto: ogni canzone suscita qualcosa, pertanto nell’universo infinito di brani che mi rispecchiano ne ho potuti scegliere soltanto dieci. Allacciate le cinture, si parte! 

10) 7+3 (Ultimo): scherzoso quando serve, poeta quando necessario. L’ultimo capolavoro di Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, mette al centro una composizione metrica da favola, sullo stile dantesco e petrarchesco. Un brano che va ascoltato ad occhi chiusi, immedesimandosi nelle parole. Dal tramonto all’amore, la musica è servita.

9) Certe notti (Ligabue): un grande classico da ascoltare nelle notti in cui si fatica a prendere sonno. Ho selezionato questa canzone di Ligabue perché mi ricorda le ultime esperienze passate allo stadio, da Old Trafford a San Siro passando per Firenze e Pisa. Ricordi notturni tra caffè, spuntini, viaggi e soprattutto musica. Quello che ricorda il Liga e che ha consegnato a tutti i suoi seguaci.

8) Castle of Glass (Linkin Park): si alza il ritmo dalle torri del castello di vetro dei Linkin Park. Adrenalina pura, voglia di far festa e di tornare a riempire le piazze. Pubblicato l’11 settembre 2012, il brano risuona almeno per me ancora attuale, quando passa in radio è impossibile non alzare il volume, almeno nel ritornello. Se questo era il loro obiettivo, i Linkin Park lo hanno raggiunto.

7) Bambino nel tempo (Ramazzotti): quanto sarebbe bello riavvolgere il nastro della nostra esistenza per tornare bambini? Moltissimo. Eros Ramazzotti mi ha conquistato con questo pezzo sin dal primo ascolto. Il ricordo delle prime amicizie, dei primi amori, della magica Premier League che mi ha accolto sin da quando avevo sei anni. La giusta ricetta per tornare un po’ indietro, soprattutto in questi tempi non idilliaci.

6) Perfect (Ed Sheeran): capelli rossi, neve e abbracci. Questo ed altro nel videoclip dell’artista inglese, il quale mi ha trasportato per qualche minuto in alta montagna, al centro della natura e della neve. Come contorno gli amici più cari e la persona amata, per una vacanza da sogno tra un caffè caldo e (perché no) un po’ di pizza. Fantastica canzone, ascoltata da me più e più volte. Sesto posto.

5) Mrs Robinson (Simon & Garfunkel): no, non ho vissuto quei tempi. Eppure sapete dove ho ascoltato per la prima volta questo brano? Al Cavern Club di Liverpool, segno evidente che se risuona tra le mura che un tempo hanno accolto i Beatles qualcosa vale. E il sound è per me spettacolare, diverso da quelli di oggi ma molto affascinante. Risuonano chitarre, con la musica che non esce mai di scena. Per fortuna.

4) Radio Gaga (Queen): esattamente come l’Inter del Triplete. Parte a rilento e sale tutta insieme, in un ritornello da sogno e in battito di mani degno della bravura di Freddie e dei suoi Queen. Ancora oggi ascoltare Radio Gaga è un privilegio, ricordando quegli anni 80 che hanno scavalcato i limiti della gloria eterna. Altri tempi, altre storie, eppure chi li ha vissuti ne sente ancora la mancanza.

3) A un passo dalla luna (Rocco Hunt, Ana Mena): perché proprio sul podio? Semplice, mi ricorda l’estate 2020, quella in cui ci siamo “illusi” che la pandemia di Covid stesse per finire. Abbiamo brindato al presente e non al futuro, eppure nonostante le zone rosse o arancioni io allo scorso ferragosto ci penso ancora. Con questo allegro brano che forma la cornice perfetta.

2) Hey Jude: ho parlato del Cavern e li ho prontamente citati. Adesso però seleziono una loro canzone, con un minutaggio importante ma con un sound da Beatles. È la storia della musica inglese, o almeno una parte di essa. Con i loro successi hanno rasserenato interi palcoscenici perché questo sapevano fare sin da piccoli. Avrei voluto vederli. Non ho potuto, ma posso comunque ascoltarli. Secondo posto in playlist.

1) Piccola stella: abbiamo iniziato con lui, e concludiamo pure con lui. Ultimo, ancora una volta, mi ha conquistato. La sua “piccola stella” sprigiona una ballata d’amore che farebbe innamorare persino i muri di uno stadio. Proprio quello che è capitato all’Olimpico di Roma, perché sotto la dolcezza musicale si cela un inno alla vita e all’armonia. Primo posto assicurato, o, se volete, “scudetto” conquistato.

Torno a fare gli editoriali? Sì, è la scelta migliore. Eppure mi ha fatto piacere condividere un momento di stampo musicale con voi ascoltatori. Tantissimi brani meritano la giusta attenzione, io ne ho dovuti selezionare solo dieci. Ricordatevi che la musica è arte, passione e poesia. Alla fin fine, con i suoi termini aulici, anche Platone lo aveva sostenuto.    

Dimenticavo…la playlist la trovate a questo indirizzo, lasciate un like se vi piace: https://open.spotify.com/playlist/5bqX6KBB3tpj0Q5CUJz3d9?si=UjJ8_F5SRwWZJISTgwITpw

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