“Trenta”: Il disagio di essere adulti raccontato da Emanuele Vascon

Tra le tante proposte che ci arrivano quotidianamente in redazione ce ne sono alcune che ti lasciano una cicatrice e non puoi più fare a meno di riascoltarle un’altra volta e un’altra ancora. Perchè sono storie di vita vissuta, senza cuoricini e mondo a colori, ma con le tinte sbiadite di questi anni, specialmente per una generazione, quella dei trentenni, che non vede prospettive o spiragli di luce nel futuro che li attende.

Emanuele Vascon è riuscito a sintetizzare queste sensazioni in 2:58 di musica, trasmettendo l’incompiutezza che si ha ad un’età alla quale nostro padre era già genitore da almeno 10 anni, mentre noi continuiamo a fare a botte con un muro di gomma che ci rimanda costantemente indietro dove eravamo.

La ricerca spasmodica dello stato sociale di livello, per avere una posizione di rilevo nella società è una delle chiavi di lettura più interessanti del brano. I genitori che ti dicono sempre cosa devi fare, nonostante tu sia, ormai, un adulto a tutti gli effetti, sono tutti elementi che fanno pensare che forse qualcosa nella costruzione di questa generazione è andato storto.

Emanuele Vascon nasce a Padova nel 1992 e studia pianoforte presso il Conservatorio C. Pollini (PD). Da sempre appassionato di musica a tutto tondo (classica, blues,pop…) si diletta a scrivere canzoni che provano a raccontare di sé e della sua personale visione del mondo.

Facebook
Instagram
Spotify