Conte ritrova l’Inter, ma Eriksen merita rispetto

Uniti per l’obiettivo, senza ascoltare le voci ostili provenienti dall’esterno. Era questo il patto firmato tra Conte e l’Inter, per salvare una stagione difficile e recuperare terreno almeno in campionato visto il dilemma numerico legato alla Champions. Per ora le previsioni sono state rispettate, con i nerazzurri che dopo aver battuto sabato scorso il Sassuolo si sono ripetuti rifilando tre sberle ad un Bologna passivo e sperimentale. In mezzo la battaglia tedesca sul campo del Glabach, che ha tolto inevitabilmente delle energie. Antonio Conte può quindi festeggiare, perchè i suoi hanno mostrato coraggio e intraprendenza, astuzia e precisione, virtù non scontate quando si affrontano le squadre di Mihajlovic. Un secco e sonoro 3-1 a ritmo inglese, che proietta l’Inter a 21 punti in classica e permette di scavalcare nuovamente la Juventus.

LA SBLOCCA LUKAKU:- L’uomo copertina di questa Inter è sempre lui, Romelu Lukaku. Leader in campo, professionista fuori e decisivo nei contrasti di gioco, come quando in occasione del gol sposta regolarmente Tomiyasu, prepara la mira e fulmina Skorupski portando avanti i suoi. Fino a quel momento era stata la solita gara bloccata, con il centrocampo dell’Inter che provava ad impostare senza riuscire mai a trovare le due punte nel modo corretto. Poi, l’intraprendenza di Sanchez e qualche ingenuità della difesa rossoblù hanno liberato la strada per l’attacco devastante dell’Inter. Dopo aver sbloccato la partita, il gigante buono nerazzurro ha provato a ripetersi in altre due occasioni, ma Skorupski ha avuto la meglio soprattutto nel primo tempo, quando è riuscito a gettarsi a corpo morto su di lui sventando un gol praticamente fatto. Ma che effetto ha Romelu Lukaku sugli altri compagni?

HAKIMI RINATO:- Voluto fortemente da Antonio Conte e arrivato in estate per una somma vicina ai 40 milioni di euro, il laterale marocchino era stato l’unico tra i suoi compagni a non essersi acceso come ci si aspettava. Usiamo l’imperfetto, perché sotto le urla del suo allenatore e grazie ai richiami di Lukaku c’è stato spazio anche per Hakimi contro il Bologna. Il gol allo scadere del primo tempo su assist perfetto di Brozovic è solo una prima perla mostrata sotto il cielo nebbioso di Milano. Sì, perchè nella ripresa tra un paio di corse a cento all’ora (per dirla alla Morandi) e tanto sacrificio in fase di non possesso, l’ex Dortmund ha preso la palla a metà campo, ha acceso il motorino che è in lui e ha freddato Skorupski all’angolino destro siglando la sua doppietta personale. Nonostante un punteggio che non rappresenta una vera goleada, il gol del marocchino è stato fondamentale per l’Inter. Perchè il Bologna era riuscito a tornare in partita con Vignato grazie all’ennesima distrazione difensiva della retroguardia interista, e non era facile reagire. Se i ragazzi di Conte non avessero risposto nell’immediato la partita sarebbe cambiata, soprattutto in un campionato folle come questo. La speranza per lo stesso Conte e compagni è che la prestazione di Hakimi non equivalga ad una piccola oasi di luce nel buio totale, ma che al contrario riesca a rivelarsi decisivo già mercoledì sera contro lo Shaktar, in cui l’Inter per qualificarsi sarà costretta a vincere e a sperare che la sfida tra Real e Borussia non finisca in parità. Si presenteranno all’appuntamento con una vittoria in più sul groppone, che indica il percorso intrapreso e la voglia di essere tutti uniti nell’obiettivo, senza distinzioni. Ma siamo sicuri?

ERIKSEN MERITA RISPETTO:- Quello che sta succedendo tra Conte ed Eriksen è assurdo, così come sono assurde le parole di Marotta su un giocatore voluto e acquistato durante lo scorso mese di gennaio. Il campo racconta che anche questa sera il danese è entrato al 91esimo minuto, nel bel mezzo di una gara già chiusa e spezzettata a causa della stanchezza. Ormai è diventata un’abitudine, sicuramente più voluta che improvvisata. E pensare che Eriksen anche in Premier League si è sempre contraddistinto per lealtà sportiva e per essere un bravo ragazzo, professionista fino in fondo e sempre a disposizione dell’allenatore. Lo sta facendo anche all’Inter, ma il suo comportamento non viene riconosciuto a dovere, anzi, mandarlo in campo sembra una punizione verso un qualcosa che il danese “avrebbe” commesso, almeno secondo Conte. Un capitolo che si porta dietro delle lacerazioni enormi, anche tra la tifoseria nerazzurra. La maggior parte dei sostenitori interisti sono tutti dalla parte di Eriksen, vorrebbero vederlo in campo magari dall’inizio e per qualche partita. Giudicarlo sia nel bene che nel male. Per adesso non hanno mai avuto questa possibilità, e forse non sarà mai concessa. Un ringraziamento speciale per questa “umiliazione” va rivolto proprio a Conte, che in ogni partita schiera chiunque pur di non far giocare l’ex Tottenham. Intanto però mercoledì arriva la prima sentenza della stagione. Uscire nuovamente dalla Champions ai gironi vorrebbe dire fallire il primo obiettivo alla portata, ma purtroppo per i nerazzurri il destino dipenderà anche da quello che succede a Madrid. L’unica via è arrivare all’appuntamento tutti compatti, senza distinzioni. Eriksen non merita un trattamento del genere. Ricordate il patto: uniti per l’obiettivo. Lo ha dichiarato Conte.

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