Inter, mercato povero: ma Marotta non ascolti Conte

Liquidità o meno, il mercato dell’Inter sarà all’insegna della povertà più assoluta. Così come nei grandi club, le risorse finanziarie scarseggiano a causa dei mancati introiti derivanti dalla pandemia ancora in corso e allora lo spazio che un tempo veniva destinato alle grandi possibilità da sfruttare (vedi Eriksen) sarà interamente devoluto alla ricerca del “meno peggio”. Non ci sono altre alternative, se non quella di lasciare tutto in stand-by e di concludere la stagione con gli stessi uomini con i quali si è cominciata. Un’ipotesi che alla Pinetina non vogliono neanche prendere in considerazione perché l’Inter se davvero vuole giocarsela fino in fondo per lo scudetto ha bisogno di almeno due ritocchi, se non addirittura tre. La sconfitta contro la Sampdoria ha messo in evidenza limiti e lacune che percuotono da settembre la squadra di Conte, sfortunata in più di un’occasione ma anche non pervenuta nella fase difensiva. Osservando la rosa nerazzurra vengono fuori alcune domande interessanti. Perchè nel mercato estivo non è stato acquistato un vice Lukaku preferendo relegare in panchina un giovane come Pinamonti? Oppure, perché è stato consegnato Diego Godin al Cagliari quando la squadra aveva trovato un minimo di solidità in difesa? Infine, come mai è stato trattenuto Perisic per impiegarlo in un ruolo che l’anno prima secondo Conte non era adatto al croato?

POCHE CERTEZZE:- Eliminata definitivamente dall’Europa e incapace di sfruttare a dovere i passi falsi delle dirette concorrenti, l’Inter di Antonio Conte ha sgretolato anche le poche certezze che aveva costruito negli ultimi tempi. Sarà costretta a percorrere un viaggio a ritroso, nella speranza per Marotta e soci che il mercato possa portare almeno un nuovo attaccante da inserire per far rifiatare Lukaku e Lautaro, vista la non affidabilità di Sanchez. Le possibilità si contano sulle dita di una mano perché gli unici nomi realmente disponibili sono quelli di Pellè, il quale da svincolato vorrebbe rimettersi in gioco, e Eder, vecchia conoscenza interista che non sarebbe difficile da prendere perché di proprietà dello Jiangsu Suning. Le altre due ipotesi portano invece alle carte di identità del Papu Gomez e di Gervinho, più sogni che concrete possibilità. L’Atalanta non regala l’argentino, mentre il ritorno di D’Aversa al Parma di certo non aiuta i nerazzurri.

NON ASCOLTATE CONTE:- Se davvero Marotta vorrà provare a giocare le proprie carte senza rimanere con un due di picche in mano, il consiglio è quello di “non ascoltare” Antonio Conte. Gli ultimi giocatori voluti dal tecnico leccese si sono rivelati pessimi sotto ogni punto di vista. Dopo la cessione di Godin aveva espressamente richiesto alla società Kolarov, il quale è stato cacciato in panchina da novembre a questa parte senza una minima spiegazione. Poi, è stata la volta di Vidal. Pupillo assoluto di Conte, tanto cercato al punto da fare capricci per un anno intero, il cileno ha intrapreso la sua avventura a Milano con l’intento di sabotare ogni partita: responsabile numero uno per l’uscita dalla Champions, inguardabile in ogni giornata di campionato e mai nella giusta condizione fisica oltre che mentale. Disastro assoluto. E pensare che Vidal dovrebbe solo ringraziare di giocare a porte chiuse, perché con un San Siro strapieno non gli avrebbero perdonato neanche un passaggio a vuoto, visto il suo trascorso bianconero. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Così dice il detto, questa volta adatto alla situazione che sta vivendo il direttore Marotta, il quale ha in mano l’ennesima missione da ricercatore di giusti profili. Noi il consiglio lo abbiamo dato, non ascoltare più di tanto la volontà di Antonio Conte. Perché il mercato è povero, ma finire la stagione con zero titoli sarebbe ancora peggio.