La Juve è pronta per il Porto: Inzaghi, versione Achille Lauro

Inutile stare a nascondersi: la Juventus ha sconfitto la Lazio con merito e avrebbe potuto pure dilagare, però per quest’anno lo scudetto lo vincerà l’Inter, decisamente più forte e attrezzata. Il destino è nelle mani di Antonio Conte, l’ex di turno che così come ha iniziato il ciclo a Torino potrà chiuderlo con le sue stesse mani. Ciò nonostante, i bianconeri hanno reagito da grande squadra, sconfiggendo i tabù delle ultime settimane che catalogavano Pirlo e i suoi giocatori sulla scia dell’insuccesso. La tanto attesa ribellione si è verificata prontamente proprio prima della sfida di martedì sera contro il Porto, quella in cui a Torino si affideranno al miracolo, nonostante un risultato (sconfitta per 2-1 in Portogallo) che è facilmente ribaltabile. A differenza di alcuni scettici, io credo che la Juventus riuscirà a raggiungere i quarti di Champions, per poi andare fuori subito dopo visto il divario che è ancora presente con i top club. Certo, la vittoria contro la Lazio di Inzaghi porterà un po’ di respiro in un periodo dove correre diventa più vitale della neve in alta montagna. I bianconeri, dicevamo, hanno meritato i tre punti, seppur con qualche difficoltà. Andrea Pirlo arrivava al big match contro Inzaghi con gli uomini contati, a lui il merito di aver mandato in campo una formazione squilibrata, ma allo stesso tempo obbligata; Danilo impiegato nella posizione di mediano, Alex Sandro invece nella sua inedita difesa a tre. Per non parlare di Cristiano Ronaldo, relegato in panchina per tirare un po’ il fiato.

Una scelta rischiosissima: che cosa sarebbe successo se la Juve non avesse vinto? Per fortuna di Pirlo la vittoria è arrivata sul velluto, visto che quando è entrato in campo il portoghese il risultato era già scritto e archiviato. Però nel primo tempo i soliti fantasmi omerici hanno permeato le coscienze juventine: dal solito errore di un singolo (questa volta Kulusevski) è arrivato il vantaggio di Correa, unico vero squillo della Lazio dalle parti di Szczesny almeno nella prima parte di gara. La Juventus comunque non si è arresa, anzi, ha continuato a giocare macinando chilometri su entrambe le fasce, grazie agli spunti di Cuadrado e di Chiesa. Il gol del pareggio è solo la conseguenza degli appoggi persi dalla Lazio: ci ha pensato Rabiot a spaccare la porta sul finire del primo tempo, sfruttando un mezzo errore di Reina.

Nella ripresa, tutto quello che di buono avevano fatto i biancocelesti si è sgretolato sotto il dominio bianconero. L’artefice della disfatta è stato l’allenatore Inzaghi, vestito per l’occasione con gli abiti di Achille Lauro. Se l’artista ha “conquistato” Sanremo con i suoi costumi orrorosi, Simone Inzaghi ha gestito i cambi con un autolesionismo assurdo. Proprio mentre la sua squadra dimostrava di poter far male all’avversario, ha tolto l’ottimo Lucas Leiva per inserire Escalante e ha salutato Lulic per far entrare Patric, non nel suo ruolo di difensore ma in quello di terzino. Risultato? La Juventus in soli tre minuti ha ucciso la partita grazie alla doppietta del solito Morata. Piccola nota per il rigore che ha regalato Milinkovic-Savic: come può un giocatore dalle sue qualità concedere in modo così ingenuo un tiro dagli undici metri? Forse se dopo così tanti anni non è ancora andato a giocare in un top club (Bayern Monaco, Real Madrid) un motivo ci sarà.

Di motivazioni invece ne ha avute tante la Juventus, che dopo aver segnato il terzo gol ha azionato la leva del controllo automatico permettendosi pure di far entrare in campo anche i giocatori che recuperavano dall’infortunio: si è rivisto ad esempio Bonucci, al centro della difesa. Così come Arthur, centrale per la manovra bianconera e ottimo recupero in vista di martedì sera. Insomma, c’è stata partita solo per circa un’ora di gioco, poi l’ottima gestione della Juventus ha completato l’affare. Andrea Pirlo può sorridere almeno per una sera, perché tra le mille difficoltà è comunque riuscito a non perdere il passo dalle altre (Inter su tutte), anzi, se i nerazzurri non dovessero sconfiggere l’Atalanta ci potrebbe essere pure un timido recupero. Intanto però la partita chiave della stagione sta per cominciare. O vittoria, o ennesimo fallimento. Il primo step è compiuto, adesso tocca alla Juventus dimostrare di essere guarita dai soliti scivoloni europei che ha compiuto in tutti questi anni. La rosa per ribaltare il 2-1 la possiede, la giusta concentrazione forse un po’ meno.

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