La Lazio ringrazia Immobile: ma il Torino avrebbe meritato l’intera posta

Alla fine il peggiore in campo è diventato il migliore. Curioso segnale del destino nella notte di Pasqua, quella che ha salvato Ciro Immobile dalla gogna e che gli ha permesso di far pareggiare alla sua squadra una partita che, onestamente parlando, avrebbe meritato di perdere. E’ sempre la solita Lazio, statica e a tratti svampata, in balia del Torino per almeno tre quarti di gara e palesemente fortunata nel recupero grazie all’incornata vincente di Ciro Immobile, su errore del duo Bremer-Berisha. 1-1 il risultato. La faccia di Juric dalla tribuna era emblematica, lui che avrebbe potuto sorridere per un buon punto guadagnato su un campo ostile alla fine è il più arrabbiato di tutti, annusava la vittoria e invece ha dovuto inghiottire un immeritato boccone amaro.

SOLO TORO:- La Lazio non c’era, soprattutto nel primo tempo. Totalmente in balia del Torino, poggiato su un 3-4-2-1 molto stretto, con Pobega nel ruolo di vecchio mediano a disturbare il fraseggio dei biancocelesti. Inizio di partita orribile per gli amanti del bel gioco, nessuna occasione: da ricordare il palo di Bremer sugli sviluppi di un calcio d’angolo, e se proprio vogliamo essere generosi un tentativo in spaccata di Milinkovic-Savic neutralizzato da Berisha. Il Torino riusciva a tenere correttamente la palla, sfruttando gli spazi che aveva a disposizione e costringendo la Lazio a ripiegare sugli esterni, atteggiamento inaudito per la filosofia calcistica di Sarri. Anche nel secondo tempo, quando la partita si è aperta, sono sempre stati gli uomini di Juric ad avere la meglio in ogni contrasto, al punto da far litigare quasi Milinkovic e Felipe Anderson, fischiato quest’ultimo dall’Olimpico.

MALE BELOTTI:- Se Immobile si è salvato solo per il gol, malissimo anche il suo amico Belotti. Un paio di ripartenze sprecate nel primo tempo e tanti palloni persi in punti nevralgici del campo, segnale evidente di come il ragazzo sia condizionato mentalmente da un periodo non proprio fortunato. Quando nella ripresa, complice l’ennesimo infortunio, il Gallo è stato sostituito da Pellegri il vento della partita è cambiato: non solo per il gol di testa (bellissimo), quanto piuttosto per l’apporto dato alla squadra in fase di non possesso. Il Torino, dopo essersi portato sull’1-0, non si è chiuso dietro, semmai ha provato ancora di più a sfruttare le amnesie della Lazio e del Sarrismo. Alla fine il gioco è stato completato solo parzialmente, però per poco il golpe non è stato effettuato.

ORGOGLIO LAZIO:- Orgoglio e cuore. Sono queste le armi che hanno portato i biancocelesti a riprendere una partita persa. Dopo il vantaggio di Pellegri e qualche occasione concessa di troppo, Sarri ha provato a svegliare i suoi suggerendo di aumentare il ritmo di circolazione della palla. Così è stato fatto, e anche sui corner la situazione è migliorata: da vedere a tutti i costi il miracolo di Berisha su colpo di testa di Milinkovic, che vale il prezzo del biglietto. Sul finale la sensazione del pareggio la si poteva respirare, ed è prontamente arrivato grazie ad un assist vincente dello stesso centrocampista serbo. Questa volta, diversamente dalle precedenti, il predatore era in area. Si chiama Immobile, lui che da peggiore in campo si è trasformato in un secondo e mezzo nel classico man of the match.

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