L’individualità sconfigge la collettività: Nations League alla Francia

Alla fine la vince Deschamps. Lui, che è partito da favorito e non ha tradito le aspettative. Lui, che dispone della squadra più forte del pianeta e che ha osato essere brutto per diventare bello. E sempre lui, che nonostante alcune critiche continua ad alzare trofei, in attesa del Mondiale. La Francia, insomma, si aggiudica la Nations League: lo fa con uno stile di gioco rivedibile, slacciato, a volte noioso ma devastante quando si aprono gli spazi, ai danni di una squadra, la Spagna, che nonostante la giovane età dei suoi componenti ha mostrato ottimi barlumi di qualità e alla fine dei conti avrebbe pure meritato il pareggio.

Ma si sa, il calcio è l’unico sport in cui le statistiche non contano. E la Francia, ancora una volta, ha vinto grazie alle proprie individualità, che tanto per cambiare portano i nomi di Benzema e Mbappè. Dopo il rocambolesco 3-2 rifilato in rimonta al Belgio, i transalpini sono andati nuovamente sotto nel punteggio, per mano di una Spagna combattiva e qualitativamente superiore per un tempo almeno a centrocampo. Che sarebbe stata una partita difficile Deschamps lo sapeva sin dall’inizio: la difesa a tre schierata dal primo minuto ne è la riprova, supportata come si deve da un ottimo Theo Hernandez, uno scintillante Pogba e un tridente da vecchi romanzi fantastici, con Griezmann trequartista e il duo Mbappè-Benzema pronto a colpire.

Il primo tempo è stato cupo e ha reso increduli persino gli spettatori presenti al Meazza. Sul piano tattico la spiegazione è plausibile osservando la posizione in campo di Sanabria, che anziché piazzarsi nella veste di prima punta è andato a disturbare la retroguardia francese esternamente, costringendo dunque i transaplini a difendere a cinque, con le varie incursioni di Azpilicueta che hanno portato solo qualche futile cross in mezzo all’area di rigore. Morale della favola: 0 tiri da una parte e dall’altra, poco spettacolo, solo una timida parata di Lloris su una conclusione peraltro smorzata da Varane, uscito poco dopo dal campo per infortunio. Upamecano al suo posto, disastroso.

Nella ripresa corrida e moulinet. Molteplici le occasioni sia da una parte che dall’altra. La Francia ha dimostrato ancora una volta che per cominciare a giocare deve per forza andare sotto: dopo la traversa clamorosa di Theo è arrivato il vantaggio spagnolo, un diagonale perfetto di Oyarzabal, che supera il goffo Upamecano (peggiore dei suoi) e batte un incolpevole Lloris. Che peccato per la Spagna. Difendere il vantaggio per almeno una decina di minuti avrebbe innervosito ulteriormente la Francia, già stressata sull’asse Pogba-Pavard. E invece, a ghiaccio, Benzema con un tiro al giro dei suoi colpisce ancora. Stiamo parlando di un vero e proprio fuoriclasse, il miglior attaccante in circolazione e il più pericoloso per gli avversari: neanche un ottimo Laporte e un tenace Eric Garcia sono stati in grado di fermarlo. Così come per Paul Pogba e il milanista Theo, quest’ultimo protagonista nell’assist che all’81’ ha innescato davanti ad Unai Simon niente di meno che Mbappè: slalom sul portiere basco e 1-2, convalidato dal Var nonostante le proteste spagnole perché la scivolata di Garcia viene intesa come pura giocata che rimette in posizione regolare l’attaccante del Psg.

Si chiude il capitolo offensivo e si apre quello difensivo. Se la Francia alza a San Siro la Nations League deve ringraziare soprattutto il suo portiere, autore di due interventi pregevoli. Il primo all’88’ su Oyarzabal, che avrebbe potuto rimettere in piedi la partita. Al quarto di recupero, invece, Lloris si è superato sulla violenta conclusione di Pino, al termine di un’azione da River-Boca, con Unai Simon stabile nell’area di rigore avversaria per cercare la spizzata del pari. Pari che purtroppo per gli spagnoli (e per gli italiani presenti a San Siro) non arriva. E’ la Francia ad aggiudicarsi la seconda edizione della Nations League, nella notte in cui l’individualità sconfigge la collettività.

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