Le due facce del diavolo: Milan, vittoria che vale oro

Prima il lato angelico, poi quello diabolico. Non il comportamento di Lucifero che sprofondò negli Inferi, bensì quello di una squadra che per un intero tempo non è scesa in campo, salvo poi riprendersi con uno slancio vitale e conquistare un piccolo paradiso terrestre in vetta alla classifica. Il Milan dunque vince e conquista tre punti che valgono oro, perchè l’Inter è a -5 e perchè Pioli, con una squadra nettamente ridimensionata viste le assenze di Maignan, Theo e Brahim Diaz è ancora lassù, al momento a +1 sul Napoli e pronto nuovamente ad inseguire il sogno scudetto. Non è stata una passeggiata, tutt’altro: il Verona di Tudor, rivitalizzato rispetto alla parentesi Di Francesco, è venuto a San Siro per vincere la partita e per provare ad approfittare delle notevoli defezioni rossonere. Nella prima ora di gioco il piano ha retto bene, poi è venuta fuori la qualità dei vari Giroud, Ibra, Castillejo e Bennacer. Alla fine, lo scellerato autogol di Gunter ha piazzato la ciliegina sulla torta.

DIAVOLO AFFRANTO:- Debole, passivo, letteralmente affranto. Così il Milan durante tutto l’arco del primo tempo, complice anche un San Siro che sembrava già aver apparecchiato la tavola della delusione. Pioli ha concesso un turno di riposo a Kjaer, preferendo schierare al fianco di Tomori il capitano Romagnoli. E la differenza tra il danese e l’italiano si è vista subito, perché il Verona, che ha iniziato la partita con un piglio più aggressivo dei rossoneri, dopo aver impegnato Tatarusanu nei primi minuti di gioco, è arrivata addirittura al gol nel segno di Caprari. Dormita colossale della difesa del Milan, che si sarebbe ripetuta poco dopo quando lo stesso capitano rossonero ha atterrato in area di rigore Nikola Kalinic. Il Var è intervenuto, salvo poi confermare la decisione dell’arbitro: ci sarebbe molto da discutere, perché l’ex difensore della Roma non cerca il contatto con l’attaccante del Verona, è semmai quest’ultimo che apre la gamba in maniera vistosa e nel prendere posizione finisce a terra. Archiviate le polemiche il Milan ha ingoiato per mano di Barak il secondo boccone amaro della serata. Il terzo invece è arrivato poco dopo, l’ennesimo infortunio di Rebic. Al suo posto Leao, vera spina nel fianco per la difesa veronese.

SI SVEGLIA GIROUD:- Nel primo tempo, quando il Milan era sotto di due gol, Olivier Giroud non si è mai visto, anzi, si è preso addirittura i fischi del Meazza in una paio di circostanze. Sembrava quasi che il francese vivesse attanagliato nel morbo del Milan, perchè i vari Ceccherini e Gunter di turno lo avevano aggredito fino ad allora nel miglior modo possibile. E’ scontato nel gioco del calcio, se la prima punta viene affossata la manovra ne risente. A meno che tu non disponga di un Leao di turno che, una volta sostituito l’infortunato Rebic, si è preso le luci della platea con un assist al bacio per lo stesso Giroud: il savoiardo ha staccato di testa al 59′ ha riaccorciato le distanze. 1-2 sul tabellino.

LUCI A SAN SIRO:- La platea del Meazza dona e la platea del Meazza toglie. Non è il titolo di un film, bensì quello che può trasmettere uno stadio del genere quando sei sotto di un gol e hai mezz’ora di tempo per completare la rimonta. Il Milan ha sentito nel suo cuore indiavolato la spinta dei tifosi e se è riuscito in quella che agli occhi di tutti è sembrata una piccola impresa parte del merito lo deve dare a Castillejo, il quale sembrava ormai ad un passo dall’approdo in Russia, salvo poi rimanere in casa rossonera. A questo giro, l’ex attaccante del Villareal si è guadagnato con un’incursione delle sue un calcio di rigore preziosissimo, sfruttando il contatto con Faraoni. Anche qui il Var ha impiegato un po’ di tempo nel confermare la decisone del direttore di gara, ma Kessiè ha superato dagli undici metri Montipò e pareggiato i conti. A quel punto è intervenuto Pioli.

IBRA-GIROUD:- Quattro i minuti che hanno visto coesistere la tanto attesa coppia Ibra-Giroud. In quella frazione di tempo, però, su un asse perfetto tra i due è arrivato lo scellerato autogol di Gunter, che ha chiuso di fatto la pratica. Quando Pioli ha tolto l’ex Chelsea per inserire un palleggiatore come Tonali, sfruttando l’esperienza e la compattezza dei suoi, si è capito come la partita fosse quasi portata a casa. Vero è però che il Verona ha continuato a crederci grazie al cholito Simeone, ma non ha mai creato pesanti grattacapi dalle parti di Tatarusanu. Il Milan dunque si è portato a casa una vittoria pregevole, vitale, conquistata sui dettagli che spesso nel calcio fanno la differenza. Tre punti, insomma, che ne valgono sei. Un diavolo a due facce, nella notte in cui Pioli ha confermato di aver creato una squadra con pesanti attributi.

matt_99football

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