Gasp sfiora l’impresa, ma Ronaldo e Old Trafford trionfano

Un’impresa durata solo un tempo. Vedere l’Atalanta vincere con doppio vantaggio e dominare ad Old Trafford non è cosa nota, neanche quando dall’altra parte si trova un non-allenatore (Ole Gunnar Solskjaer) che ogni settimana combina più danni della grandine, agevolando sempre e comunque gli avversari, i quali ringraziano e nella maggior parte delle volte colpiscono, vedi il Leicester sabato scorso (4-2 il punteggio). In questo sonnambulo del tecnico norvegese, Gasperini si è ritrovato solo a metà: approfittando delle numerose defezioni dello United, su tutte l’assenza ingiustificata di Pogba dal primo minuto, l’Atalanta non ha saputo gestire il doppio vantaggio come spesso gli accade, cadendo sotto i colpi battenti e incessanti di un Manchester che nel segno di Cristiano Ronaldo è riuscito nuovamente a vincere in rimonta, e si è così portato in testa del girone a quota 6 p.t.

Non può e non deve essere una scusante, ma l’Atalanta versione Old Trafford era una squadra totalmente rimaneggiata, privata cioè di pedine importanti come Gosens e Pessina su tutti. Ciò nonostante Gianpiero Gasperini si è giocato la partita a viso aperto, rischiando e illudendosi per almeno un’ora, con 6 tiri in porta contro 9 e 12 conclusioni totali contro 22. E’ stata davvero una sfida coi fiocchi. La pressione e l’intensità hanno toccato vertici sfrenati, anche perché quando vai a giocare in Inghilterra non può e soprattutto non deve essere altrimenti. Per fortuna della Dea il primo tempo è stato dominato in maniera netta, molto per i meriti dei nerazzurri, abbastanza per i demeriti dello United e del suo allenatore. Basta osservare lo 0-1 per capire l’immobilità preoccupante della tenuta difensiva dei Red Devils: palla esterna per Zappacosta, cross basso in mezzo, McTominay che non si intende col distratto Wan Bissaka e Mario Pasalic, come un rapace, che appoggia la palla in rete col sinistro. Problemi su problemi per Ole Gunnar Solskjaer, resi ancora più gravi da scelte deleterie che hanno permesso alla già temibile Atalanta di gestire la sfera come meglio credeva: perchè Pogba non è stato schierato sin dall’inizio? Perchè incaponirsi con Ronaldo prima punta, tenuto al guinzaglio da Palomino e Demiral? Già, proprio colui che giocando con una gamba stirata al 29′ ha raddoppiato con un gran colpo di testa in anticipo su Maguire, allargando ancora di più le difficoltà sulle palle inattive dei Red Devils. Lo 0-2 sembrava solo in apparenza messo in cassaforte.

Il problema quando giochi nel Teatro dei Sogni è che spesso tali sogni possono diventare incredibilmente incubi, catene dalle quali è difficile divincolarsi. Non è lo spirito romantico quello che ha attanagliato Gasperini, ma la liberazione delle “bestie” rosse che ha innescato Solskjaer già sul finire del primo tempo, quando sull’unico svarione di Demiral il talentuoso Marcus Rashford ha colpito la traversa scavalcando con un pallonetto Musso. Era il preludio che qualcosa stava per succedere, poco prima anche Fred aveva avuto una chance ghiotta per accorciare il risultato.

Nel secondo tempo, poi, la marcia è definitivamente cambiata. L’Atalanta, che ha dovuto sostituire l’infortunato Demiral per il giovanissimo Lovato, ha perso con il passare dei minuti le certezze che si era conquistata. E se Cristiano Ronaldo sale in cattedra, Bruno Fernandes è pronto ad aiutarlo, cosa che si è verificata quando al 53′ Ilicic ha perso una palla sanguinosa a metà campo e il portoghese ha fornito un assist perfetto a Marcus Rashford, il quale solo davanti a Musso ha riaperto la partita. A quel punto Gasperini ha provato a dare una strigliata ai suoi, ma forse il rumore, il grido, l’urlo liberatorio di Old Trafford hanno avuto la meglio. E pensare però che il gol del pareggio è arrivato a causa di una disattenzione (va detto) imperdonabile sullo sviluppo di una palla inattiva. Da guardare il tabellone: se segna infatti Maguire al volo e rasoterra, forse qualche schema è prontamente saltato.

Così come sono saltate le marcature con il passare dei minuti. Gasperini, che nel frattempo aveva inserito Zapata per Muriel, ha continuato a dare ai suoi l’indicazione di attaccare, perché così facendo i due centrali dello United avrebbero richiamato l’attenzione in copertura di McTominay per poi attaccare con un uomo in meno. E Duvan, nell’unico suo tiro in porta, ha trovato l’opposizione di De Gea, prontamente reattivo anche qualche secondo dopo sulla botta di Malinovsky, che aveva preso il posto di Pasalic. Se la Dea avesse segnato (in quel momento era ancora 1-2) la partita sarebbe stata congelata. Invece, lo United non solo ha trovato il pari con Maguire, ma alla fine anche in maniera meritata per le numerose occasioni create (vedi il palo di McTominay) ha completato la rimonta.

Chi se non Cristiano Ronaldo? Lo ripetiamo sempre: può giocare male, farsi intercettare per due terzi di partita, ma quando hai in squadra un talento del genere parti sempre con un gol di vantaggio. Alla Juventus non l’avevano capito, eppure sono già 6 i punti che ha portato Cr7 in questa Champions, ai danni di Villareal e ovviamente Atalanta. Lo stacco con il quale ha scavalcato Palomino e ha messo la palla di testa alle spalle di Musso è qualcosa da vedere e rivedere, o meglio, da far studiare alle scuole calcio. Perché quando il gioco si fa duro, Cristiano c’è sempre. Questa volta, suo malgrado, ha pure salvato il suo allenatore, vero punto debole di questa squadra, oltre che perdente assicurato. L’Atalanta non ha saputo più reagire, travolta emotivamente e fisicamente, con qualche sforzo finale misero da lanciare nelle tiepide palle inattive per sperare nel miracolo finale. E’ uscita con 0 pt, ma ne ha pur sempre 4 in classifica. Si è dovuta arrendere al genio e ad Old Trafford, che dopo tanto tempo, è tornato nuovamente il Teatro dei Sogni al quale eravamo abituati.

matt_99football

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