Riparte la “D’Ambromania”: l’Inter si rialza e vede lo scudetto

Si era inabissata da un po’ di tempo, adesso è risorta assieme a tutta l’Inter: chiamiamola pura “D’Ambromania“, perché quando Danilo D’Ambrosio sale in attacco per sfruttare a suo favore il caos nell’area avversaria il gol è assicurato, letale per gli avversari e salvifico per i compagni. Nella notte in cui i nerazzurri dovevano ritrovare le proprie certezze dopo il k.o con la Lazio e il pareggio (immeritato) con la Juve, Inzaghi ha giustamente rilanciato il suo terzino napoletano, mettendo in panchina il nuovo acquisto Dumfries, che fino ad ora ne ha combinate di tutti i colori. E l’Inter ne ha beneficiato, perché D’Ambrosio vuol dire sicurezza, esperienza e mestiere, come quando al 19′ l’ex capitano del Torino si è immolato su una conclusione a rete di Luperto salvando la sua squadra, visto che Handanovic aveva battezzato l’angolo opposto alla direzione del tiro. Poi, se un quarto d’ora dopo arriva anche il gol del vantaggio su assist di Sanchez le carte sono state giocate nel miglior modo possibile.

L’Inter dunque vince, lo fa per 2-0 al termine di una gara rognosa, un po’ per il modo di giocare dell’Empoli, parecchio per una manovra che nei primi minuti di gioco faticava ad ingranare: Inzaghi, squalificato, ha mandato in campo il solito 3-5-2 di contenimento, turno di riposo per Dzeko e Skriniar, con Gagliardini titolare al posto di Calhanoglu e il tandem offensivo poggiato sul duo Lautaro-Sanchez. Dall’altra parte il solito Empoli di Andreazzoli, veloce, aggressivo e pericoloso palla a terra. Le trame che spesso mettono in difficoltà la difesa dell’Inter, visto che i vari De Vrij e Bastoni essendo piuttosto alti faticano quando devono rincorrere sulla velocità gli avversari. Persino Handanovic ha dovuto compiere un miracolo dei suoi su una conclusione del connazionale Stojanovic, a dimostrazione di come l’Empoli abbia approcciato bene la gara sotto l’aspetto caratteriale.

Forse avrebbe potuto mantenere ancora quella cattiveria se Samuele Ricci ad inizio secondo tempo non avesse compiuto un intervento killer su Barella: il rosso è sacrosanto, classico scontro che avrebbe potuto procurare gravi danni all’avversario, basti vedere il volo plastico che compie il giocatore nerazzurro. Per quanto il giovane centrocampista di Pontedera si fosse scusato, senza quell’ingenuità l’Empoli avrebbe potuto osare qualcosa di più, anche se l’Inter si ritrovava comunque a gestire il vantaggio. Non l’ha potuto fare, e infatti gli uomini di Inzaghi ne hanno approfittato sfruttando le loro innumerevoli qualità tecniche. Il palo di Roberto Gagliardini è solo un’occasione delle tante create, un vero e proprio gol sbagliato davanti alla porta. Ma la parata che vale il prezzo del biglietto è quella di Vicario su colpo di testa di Lautaro: un riflesso incredibile, una reattività unica che ha portato persino il Toro a complimentarsi. Curiosità: Vicario era colui che debuttò lo scorso aprile a San Siro (con la maglia del Cagliari) proprio contro l’Inter, suscitando le attenzioni dell’allora Antonio Conte, scherzo del destino?

Probabile, fatto sta che poco dopo è dovuto capitolare sul 2-0 di Dimarco, il quale sfruttando un assist al bacio di Darmian non ha lasciato scampo al portierino dell’Empoli. A quel punto la partita ha perso lo smalto che aveva assunto fino ad allora, con l’Inter in totale controllo del gioco e con i toscani che hanno mantenuto le loro posizioni per evitare la classica imbarcata. Solo una timida occasione per i padroni di casa, un tiro di Mancuso neutralizzato da Handanovic. Per capire la totale tranquillità che serpeggiava in casa nerazzurra, Inzaghi dalla tribuna ha dato il comando di far rifiatare alcune perdine della squadra, come i vari De Vrij (al suo posto Kolarov), Brozovic ( dentro Vecino) e Sanchez, sostituito da Correa. Nel frattempo, il furbo Gagliardini si è cimentato addirittura nell’emulazione di Maradona, segnando di braccio un gol (giustamente annullato dal Var) che avrebbe chiuso definitivamente i conti. Poco dopo è entrato anche Dzeko al posto di Lautaro, giocatore imprescindibile per Simone Inzaghi, lo dicono i numeri, totalmente a favore dell’ex attaccante della Roma.

Il fischio finale è arrivato presto e se i tre punti per l’Inter sono preziosi al fine di allontanare nuovamente la Juventus, lo saranno ancora di più per rilanciarsi nella lotta scudetto, che vede al momento il Milan a +7 e il Napoli che deve ancora giocare contro il Bologna. Adesso si aprirà un trittico decisivo prima dell’ennesima, delirante, sosta per le Nazionali. Simone Inzaghi se la vedrà domenica contro l’Udinese, per poi far visita allo Sheriff in Champions ed infine affrontare il Milan in un San Siro rossonero. Tre gare per rispondere a se stessi, sfruttando magari a dovere la “D’Ambromania”.

matt_99football

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