Prandelli rilancia la Viola: le 3 mosse per battere Pirlo

Questa sera a Firenze non si dorme, nonostante il coprifuoco. C’è di mezzo la squadra della città, che ha compiuto un’impresa storica battendo gli acerrimi rivali della Juventus a Torino, per la prima volta da quando esiste l’Allianz Stadium. Sarà una notte che i tifosi toscani non scorderanno così facilmente perchè la Fiorentina guidata dall’intramontabile Prandelli si è districata in un colpo solo dai bassifondi della classifica proprio quando tutto sembrava finito, o quasi. Ha tirato fuori l’orgoglio da calcio storico, sfidando la legge dei numeri che ancora non sorridono come dovrebbero. Sono solo 14 i punti in campionato, troppo pochi nonostante la prestazione fornita in casa di Pirlo. Il tempo però è dalla parte di Ribery e soci perchè con un trionfo del genere è impossibile non far svoltare la stagione. Una gara sofferta, non poteva essere diversamente. Perchè la Juve resta comunque la squadra più forte del campionato, pur con qualche difficoltà interna. Eppure, alla fine il colpo di scena è arrivato davvero, a testimoniare la stranezza di un anno che ha ribaltato le sorti del mondo in maniera impronosticabile. Tra i volti gioiosi di Vlahovic e Caceres la vera medaglia di onore va attribuita a Cesare Prandelli, il quale ha sconfitto Pirlo con 3 mosse semplici, ma determinanti.

GARA SFACCIATA:- Lo aveva anticipato in conferenza stampa: per vincere partite del genere serve anche una dose di sfacciataggine. Non potrà di certo essere deluso il buon Prandelli perchè i suoi ragazzi hanno mostrato coraggio sin dal primo minuto. Il tecnico viola ha lanciato l’incipit perfetto mandando in campo una squadra ben organizzata. Ha deciso di tornare alla difesa a tre spostando Caceres in posizione di terzino destro e lanciando Igor nella mischia al fianco di Pezzella e Milenkovic. A centrocampo invece spazio per la classe di Borja Valero e Amrabat. Scelte azzeccate, perchè il talento paga, come il filtrante di Ribery che ha lanciato Vlahovic davanti a Szcznesny per il gol del vantaggio. Un coraggio, dicevamo, che è andato avanti fino al termine della partita, agevolato ovviamente dall’espulsione di Cuadrado, il solito arrogante che nelle partite importanti punta sempre a far male all’avversario, basta chiedere a Sanchez. La sfacciataggine di Prandelli ha pagato e ha condannato una Juventus sorpresa dal pressing viola e forse convinta di portare a casa una semplice vittoria ancor prima di scendere in campo.

I CAMBI:- Quello che è successo nella ripresa dovrebbe essere studiato da tecnici come Solskjaer e Conte, che quando si parla di cambi a gara in corso ne hanno combinate fin troppe. Ebbene, dopo pochi minuti dall’inizio del secondo tempo Borja Valero ha rischiato nell’arco di due azioni di essere espulso per somma di gialli. Prandelli non ha perso tempo, lo ha sostituito con Pulgar. Una scelta che poteva anche costare cara, perchè Pirlo aveva mandato in campo una squadra aggressiva improntata su un 4-4-1 sbilanciato, con Chiesa e il nuovo entrato Bernardeschi a spingere sulla fascia. Il Maestro non poteva fare altro, ma Prandelli ha gestito correttamente i cambi inserendo anche Kouame (determinante nel mettere pressione sull’autogol di Alex Sandro) al posto di Vlahovic, senza modificare di un centimetro l’assetto tattico. A quel punto la Juve si é ritrovata senza riferimenti, condannata addirittura a subire il terzo gol dall’ex di turno Caceres.

L’EQUILIBRIO:- Avere una squadra ormeggiata sull’equilibrio è una dote più unica che rara. Per la prima volta in stagione la Fiorentina è riuscita ad aggiudicarsi l’ordine tattico delle grandi occasioni. Certo, l’espulsione di Cuadrado ha cambiato la partita ma con Ronaldo e compagni una leggerezza può essere fatale. Nell’unico errore di Pezzella ci ha pensato Dragowski ad entrare in scivolata sul portoghese. Ciò nonostante oltre alla sfacciataggine Prandelli ha mescolato il piatto anche con un po’ di sano equilibrio, per non perdere mai la bussola soprattutto quando la stanchezza cominciava ad annebbiare la vista. Sull’altro versante invece, Andrea Pirlo si è ritrovato completamente isolato e senza una soluzione valida da lanciare nella mischia; ha provato con Kulusevski, ma non si è mai visto. Come se non bastasse anche Nedved prima e Paratici poi, forse arrabbiati per l’arbitraggio, hanno abbandonato la nave bianconera. Pessima scena, perchè il calcio insegna che nei momenti di difficoltà i veri capitani non lasciano mai i suoi uomini a lottare nel pelago del tormento. La Juventus non ne avrà risentito ai fini del risultato, ma rimane comunque un atteggiamento troppo impulsivo. Una situazione priva del giusto equilibrio, per tornare alla Viola. Che adesso si è rialzata ed è pronta ad iniziare una nuova stagione. Prandelli ha usato solo 3 mosse per battere Pirlo, a dimostrazione che il calcio è davvero un gioco semplice.

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