Inzaghi-Inter, è finita: i veri motivi dell’addio e quel non detto che getta ombre sul futuro

E’ finita così, Simone Inzaghi non è più l’allenatore dell’Inter. Una notizia che già circolava nell’aria e che ha trovato conferme dopo l’incontro pomeridiano tra le parti, un colloquio sereno nel quale l’ormai ex tecnico nerazzurro ha ribadito a Marotta e Ausilio di aver esaurito ogni motivazione: la disfatta di sabato sera in Baviera è ancora una ferita aperta e passerà del tempo prima di essere cicatrizzata, così come il rammarico di aver perso un campionato per un solo punto e, andando ancora più indietro, l’aver mollato pure la Coppa Italia. Sono state settimane catastrofiche per l’Inter e per Inzaghi, che dalla possibilità di conquistare il Triplete si è ritrovato tra le mani soltanto il tapiro degli “zero tituli”. Motivo per cui Simone nelle ultime ore ha riflettuto attentamente e ha preso la decisione di comune accordo con la famiglia di tentare l’avventura in Arabia, alla guida dell’Al Hilal, club nel quale milita tra l’altro il suo pupillo Milinkovic Savic. Nell’incontro di oggi è emerso tutto questo e la sensazione è che Marotta e Ausilio di fronte ad una tale presa di posizione non potessero insistere più di tanto, perché per Inzaghi non era più una questione economica né di appartenenza.

Emergono però ulteriori dettagli che gettano ombre sul futuro nerazzurro: nelle ultime settimane infatti il tecnico piacentino era apparso piuttosto nervoso e sfiduciato, un po’ come se nei colloqui quotidiani con la società avesse avuto la conferma che i rubinetti sono chiusi e che l’Inter avrebbe portato avanti una campagna acquisti ispirata a giovani promesse e non a campioni affermati. E allora se la linea di Oaktree fosse questa, la manita incassata dal Psg è stata soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso, in altri termini la conferma che una politica del genere quando gestisci un club come l’Inter non sia così appropriata. Da qui dunque i dubbi si sono moltiplicati nella mente di Inzaghi fino alla decisione estrema di mollare tutto, comunicando dietro al detto un “non detto” che preoccupa i tifosi e getta ombre sul futuro dell’Inter.

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