Italia, il sogno proibito si chiama Mourinho: lo Special One perfetto per rilanciare gli azzurri

di Matteo Salvetti

Nei giorni scorsi non si è parlato d’altro. Quando la Nazionale italiana è senza ct, oltretutto con il rischio di fallire l’accesso al Mondiale per la terza volta consecutiva, cominciano a sobbalzare nomi di allenatori (o presunti tali) da ambo le direzioni, alcuni papabili, altri inventati, altri ancora irrealizzabili. Tra questi ultimi impossibile non inserire Josè Mourinho, la suggestione delle suggestioni, il sogno proibito che ha scosso le notti di ogni italiano: immaginare lo Special One sulla panchina azzurra equivarrebbe a rivivere da vicino la mitologia classica, quelle storie di eroi (Enea, Ulisse) che dal nulla hanno attinto all’assoluto per la brama di conoscenza, nonostante il rumore dei nemici. Ecco, Josè Mourinho è un po’ tutto questo. E l’idea di pensare a lui come successore di Spalletti non è campata in aria, perché il portoghese conosce l’Italia e soprattutto gli italiani, sa benissimo come ragiona il nostro popolo e conosce i trucchi per ingraziarlo, come avvenuto con l’Inter del Triplete e con la piazza di Roma.

Poi il lato tecnico: lo Special One, varcati i cancelli di Coverciano, si troverebbe di fronte un gruppo di giocatori, giovani ed esperti, capace di stare in campo ma abbattuto mentalmente. In altri parole, la condizione di lavoro perfetta per un motivatore, soprattutto dopo la debacle storica in Norvegia (3-0 e 0 tiri in porta) e la timida, nonché incolore, vittoria contro la Moldavia. Due figuracce che di fatto hanno gettato nel baratro Luciano Spalletti, anche se Gravina, che di colpe ne ha assai, ha mantenuto la poltrona: ecco allora che gli italiani cominciano ad essere stufi di una Nazionale così fiacca e incolore, incapace di onorare la maglia azzurra, pertanto il nome di Mourinho rappresenta la logica conseguenza al desiderio di tornare almeno al Mondiale.

Certo, il ruolo di commissario tecnico è completamente differente da quello di allenatore di club. Analizzando però il vasto repertorio di giocatori italiani, l’unica certezza è che Mourinho chiamerebbe in Nazionale soltanto quei ragazzi che hanno a cuore il Paese, che danno l’anima in campo e che sono disposti a tutto pur di onorare la maglia azzurra. Un po’ come ai tempi dello storico Triplete nerazzurro, vinto dall’Inter più con la testa che con il corpo, oppure, l’alzata della Conference sulla panchina della Roma, che ha permesso a Mourinho di diventare l’unico allenatore ad aver vinto tutte le competizioni europee.

Tornando alla realtà dei fatti, purtroppo, nulla di quanto scritto si verificherà salvo scenari clamorosi. Il nuovo ct sarà verosimilmente Gattuso (su pressing di Buffon) e tra qualche mese ci ritroveremo a scrivere sugli stessi problemi visto che a mancare è il manico. Sognare Mou è stato comunque un privilegio, anche se spesso i sogni restano davvero “proibiti”.

Lascia un commento