Amentia: quando la musica è fonte di riscatto

Ho avuto il piacere di fare una bella chiacchierata con Giulia, giovane artista Pratese, che ha saputo trasformare le sue paure in arte, l’ennesima dimostrazione che le nostre emozioni, belle o brutte che siano, sono fatte per essere esternate.

Carattere forte, determinata. Giulia è una di quelle persone che vorresti avere a tutti i costi come amica; e in effetti la parola “amici” si ripeterà più e più volte nella nostra intervista, a testimonianza di quanto siano importanti per lei ( “io non ho conoscenti, ho solo amiche” cit.)

L’ appuntamento è per lunedì mattina, quando ancora le parole del Premier, scandite meno di 48 ore prima, ci rimbombano nelle orecchie e ci riportano a quel lockdown che ha avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione del brano:

“È nato tutto durante la quarantena, avevo fatto 4 lezioni di canto fino a quel momento, ma ho sentito che quel tempo che stavo passando in casa, dovevo utilizzarlo nel migliore dei modi. Così mi sono messa a scrivere di getto, buttando fuori quello che avevo dentro”

La canzone è autobiografica? Si nota un certo pathos all’interno o sbaglio?

Si, lo ritengo una sorta di viaggio introspettivo, come a scacciare un periodo molto buio della mia vita. Sono una che ha sempre fame di cose nuove, ma ho vissuto momenti in cui mi sentivo vuota e così mi avvicinai alla musica, mia grande passione da sempre, anche se dall’altra parte del palco (ma di questo ne parleremo dopo). Inizialmente ero un pò dubbiosa, ma un’amica mi convinse e mi lanciai in quella che oggi posso reputare una scelta azzeccatissima.

Ma ti sei occupata di tutto tu?

Il testo e la melodia sono opera mia, gli arrangiamenti (grandiosi,ndr) sono di Matteo Meucci, che ringrazio, che mi ha seguito in tutto e per tutto, per trovare quello giusto.

Da dove nasce la tua passione per la musica?

Nasce da molto lontano, sono cresciuta con i miei nonni, erano come secondi genitori per me. Mio nonno era un musicista e mi faceva ascoltare i suoi vinili, mi divertivo da morire, anche se non mi piaceva quella musica! (ride)
Ho una nota musicale tatuata sul polso e anche una chiave di violino circondata da un ramo di ciliegio, simbolo di forza nella cultura Giapponese, a testimonianza di quanto sia stata importante per me.

Mi piace il pop e il rock Italiano, per me il concerto è il mio habitat naturale, dove mi rilasso e sfogo tutto ciò che ho dentro.

A proposito di concerti e di passioni, so che sei una grande fan di Emma

“Adoro Emma come persona e come cantante, mi rivedo molto nel suo carattere e sento davvero miei i suoi testi. A 13 anni, per avere un biglietto, aiutai gli organizzatori di un pullman a reclutare persone e una volta ho fatto 4 date di un suo tour, due delle quali ravvicinatissime, roba da pazze come me!”

Parlando di pazzia, torniamo ad Amentia, perchè questo titolo?

“Credo che la pazzia, in senso sano, sia un elemento che mi contraddistingue. Sono una ragazza semplice e mi piacciono le cose semplici, una pizza e una birra. Non sono un tipo da discoteche o serate sfarzose, ma ogni tanto mi piace fare qualche sana pazzia, i viaggi organizzati all’ultimo momento sono quelle che preferisco. La domenica non mi troverai mai in casa, sono sempre in giro per la Toscana e non, insieme alle mie amiche.”

E non a caso, il video, che conta più di 4000 visualizzazioni, è proprio strutturato in forma di viaggio, giusto?

“Il video sono i miei viaggi! Purtroppo in periodo di lockdown non c’erano possibilità di creare un video vero e proprio, così mi è venuto in mente che quando vado in giro nei miei viaggi, faccio sempre un sacco di video.
Abbiamo preso degli spezzoni qua e là e abbiamo montato questo viaggio ideale che accompagna il brano”

In chiusura, Amentia rimarrà soltanto un singolo o è destinato a far parte di un album?

“Mi piace pensare che, per il momento, rimanga soltanto un singolo, vogliamo concentrarci sulla sua promozione, anche per il significato particolare che ha per me questo brano. Ho già altre canzoni scritte, ma ci sarà tempo per pubblicarle“.

La nostra telefonata si conclude, Giulia si lascia andare a qualche battuta, come se la corazza che ha intorno a sé si sia indebolita in un solo istante, lasciando intravedere quel lato spensierato, tipico della sua età, ma con una testa sulle spalle da far invidia a chiunque.
Mi scappa una frase “Complimenti Giulia, hai veramente delle p***e così!”; sorride, ringrazia.

Sarebbe bello avere un’amica come lei.

D.T.

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